Ultima chiamata: l’obbligo di polizza catastrofi naturali per le imprese
Per il tessuto produttivo italiano, il conto alla rovescia sta per scadere. L’obbligo di dotarsi di una polizza assicurativa contro i rischi catastrofali e le calamità naturali, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, è ormai una realtà in fase di piena attuazione.
Questa misura, che mira a proteggere le imprese dai danni materiali e diretti causati da eventi come terremoti, alluvioni, inondazioni, esondazioni e frane, rappresenta un cambio di paradigma nella gestione del rischio in un Paese ad alta vulnerabilità.
Il calendario delle scadenze: chi deve agire ora?
L’obbligo, già scattato per le Grandi Imprese, si è differenziato in base alle dimensioni aziendali, ma le ultime date utili si avvicinano rapidamente:
Medie Imprese: devono assicurarsi entro il 1° ottobre 2025 (a seconda delle fonti, il termine è stato a volte posticipato al 31 ottobre, ma è comunque imminente).
Micro e piccole imprese: hanno tempo fino al 31 dicembre 2025 (o 1° gennaio 2026, a seconda delle diverse fonti di aggiornamento della normativa) per mettersi in regola.
Cosa rischiano le imprese inadempienti?
L’inadempienza non è un’opzione tollerata a lungo. Sebbene per le fasi iniziali possano essere state previste brevi finestre di tolleranza, il mancato adempimento dell’obbligo comporta una grave conseguenza: l’esclusione dall’accesso a numerosi aiuti, contributi, agevolazioni e misure di sostegno pubblico gestite da varie amministrazioni, in primis il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
L’obiettivo è chiaro: incentivare l’autoprotezione del patrimonio aziendale, riducendo l’enorme spesa pubblica per la ricostruzione post-evento.
Cosa copre esattamente la polizza obbligatoria?
La copertura riguarda i danni ai seguenti beni, purché utilizzati per l’attività d’impresa:
- Fabbricati e Terreni
- Impianti e Macchinari
- Attrezzature industriali e commerciali
È fondamentale che le aziende verifichino che le polizze già in essere siano conformi ai requisiti minimi di legge, in particolare per quanto riguarda la percentuale massima di scoperto o franchigia, che non può superare il 15% del danno.
L’ultima chiamata è un invito per le PMI a non rimandare oltre: assicurarsi non è solo un adempimento normativo, ma un atto di responsabilità fondamentale per garantire la continuità operativa e la stabilità economica in un contesto di crescente emergenza climatica.






